Pastrengo Agenzia Letteraria

Monthly Archives: Luglio 2019


Giommoni Luca Racconto

rubare addii che non sono per noi

Un racconto di Luca Giommoni
Numero di battute: 2429

Appena scorgo Abel al binario, mi nascondo subito dietro a una ragazza, che, diffidente, si allontana. Abel non ci mette molto a notarmi così come io a realizzare che dovrò condividere il viaggio con le sue esagerazioni dette soltanto per riempire pensieri andati persi tra postumi di sabati in provincia.

Abel sistema la custodia con la chitarra e io, da una carrozza di seconda classe, ascolto, anche oggi, il treno riportarmi a casa dopo aver guadagnato il denaro necessario per continuare a lavorare.

Abel sfoglia uno spartito musicale e borbotta una melodia. Mi dice che oggi è la sua ultima lezione. Io mi immagino il sorriso di Virginia Woolf mentre si lascia affogare e dissimulo una certa curiosità.

Abel mi annuncia il suo imminente trasferimento a Berlino per ricongiungersi con la fidanzata già là da settimane. Provo a riprendermi dallo stupore ma già so che, da ora in poi, a ogni aereo che mi volerà sopra la testa, non potrò fare a meno di pensarlo, lì dentro, in viaggio verso possibili lieti fine, a guardare dal finestrino i miei trent’anni spesi a preoccuparmi di disturbare le opportunità.

Mi mostro scettico per capire se fa sul serio e Abel, con un’alzata di spalle, mi cita il Buddha, dicendomi che ci sono solo due errori nella strada per la verità: non andare fino in fondo e non partire.

«Poi mi lascia
con la mia invidia.»

Prima di scendere, mi saluta come si saluta chi resta indietro, invitandomi a farmi vivo se mai mi trovassi a Berlino. Poi mi lascia con la mia invidia, non più solo per la sua dote di leggere la musica ma anche per la sua risolutezza nel decidere di andarsene.

La sera stessa, decido di redigere una lista di chi ce l’ha fatta e chi no, sperando di farmi stimolare dal potere esplicativo degli sconfitti. E la mattina dopo, tenendomi bene a mente il morire rassegnato, da ispettore doganale, di Melville, riesco a cambiare marca di tabacco, consapevole che una grande impresa inizia con un gesto.

Ci metto del tempo, ma sono quasi a un passo dal guardare le rotaie come un lunghissimo e imprevedibile addio, quando, qualche nuca più in là, vedo Abel aspettare il mio stesso treno.

Berlino è rimandata, dice. Prima deve andare fino in fondo a certe faccende. Oggi, per esempio, deve farsi cento chilometri, andata e ritorno, per riportare, e cambiare, un accendino non funzionante comprato il giorno prima.

Gli chiedo se ha impegni per la sera dopo: vorrei tanto invitarlo a cena.
Abel non va da nessuna parte. Abel rimane.

bio luca giommoni

Luca Giommoni (1985) vive a Firenze e lavora ad Arezzo come insegnante di italiano agli stranieri. Suoi racconti sono stati pubblicati sulle riviste Effe, Narrandom, Spazinclusi, l’Irrequieto, Grado zero, La nuova carne, l’Indiscreto, A Few Words, StreetBook Magazine, Locomotiv. Un suo racconto ha fatto parte della rubrica del Corriere Fiorentino Toscana d’autore, curata da Vanni Santoni. Finalista alla prima edizione del concorso Petrarca.fiv.

racconto Michele Frisia

convergenze

Un racconto di Michele Frisia
Numero di battute: 2384

VENDESI zona Loreto ampia mansarda da ristrutturare. Terrazzatissima, luminosissima, libera subito.

Post-it:
Amore, domattina vado a ritirare
gli esami del sangue. Se mi firmi
la delega prendo anche i tuoi

Progetto alternanza scuola-lavoro presso: Studio di commercialisti
Allievo: Martina Camilla Petri
Classe: 3^ Perito Aziendale Corrispondente in Lingue Estere
p. il Dirigente Scolastico: visto si approva

Laboratorio analisi cliniche
Paziente: Ludovica Cervina
Età: anni 37
Provenienza: ambulatorio esterno
Esami beta Hcg: positivi
Referto: gravidanza all’ottava settimana

Sarei interessato alla mansarda zona Loreto, rif annuncio K391. Potete chiamarmi o rispondere a questo SMS? Grazie, Domenico Frigerio

A: studiocommercialisti@frigerio.it
DA: martinacamilla.petri@gmail.com
OGGETTO: malattia
Stamattina ho avuto un leggero malore e per qualche giorno non verrò a svolgere l’alternanza scuola-lavoro.
Grazie, Martina Camilla Petri

«Hai bloccato
il contatto.»

Hai due nuovi messaggi in segreteria. Primo messaggio da Casa Loreto. Secondo messaggio da Agenzia delle entrate.

Post-it:
Amore, ci ho pensato bene
L’unica grande abbastanza
è quella in Loreto
Bacio

Agenzia delle entrate: Domenico, per favore rispondi.
Dottor Frigerio: Ciao. Ho visto che sei malata, spero nulla di grave.
Agenzia delle entrate: Ho bisogno di vederti.
Dottor Frigerio: Eravamo rimasti diversamente, ricordi?
Agenzia delle entrate: Ti devo parlare cazzo. È successa una cosa. Domani riesci?
– Hai bloccato il contatto –

A: agenzia 4, Milano sud
DA: sede centrale
OGGETTO: richiesta di mutuo integrativo
La presente direzione, dopo l’analisi della documentazione presentata dai coniugi Domenico Frigerio e Ludovica Cervina, finalizzata all’acquisto (in regime di comunione dei beni) dell’abitazione civile foglio 37, mappale 111, piano 5°, cat. A/2, da ristrutturare, fornisce parere POSITIVO per la cifra di euro 480.000.

Hai sette nuovi messaggi in segreteria. Tutti da Agenzia delle entrate.

Post-it:
Amore, l’appuntamento in
banca è domani alle 10

Filippo, scusa se ti scrivo a quest’ora ma è urgente. Domani non vengo in studio, però tu dovresti sentire l’avvocato per liberarci della Petri, la ragazzetta della scuola. Lavora male e combina solo disastri

Domenico, considera il problema risolto 😉

Laboratorio analisi cliniche
Paziente: Martina Camilla Petri
Età: anni 16
Provenienza: ambulatorio esterno
Esami beta Hcg: positivi
Referto: gravidanza all’ottava settimana

Michele Frisia Foto

Michele Frisia (1976), lombardo, laureato in fisica teorica e giurisprudenza, attualmente è perito balistico. Il suo primo libro, un saggio, uscirà nell’autunno 2019 per Dino Audino Editore. Alcuni suoi racconti sono stati o saranno pubblicati su riviste quali Nazione indiana, Carie, Verde e Risme. In passato scriveva racconti di genere e sceneggiature di lungometraggi e serie. È stato editor di alcuni romanzi pubblicati da case editrici indipendenti.

prizzitano racconto

pila 

Un racconto di Maria Giulia Mancuso Prizzitano
Numero di battute: 2500

Lo sparo del cannone non aveva più dignità dello sputo sul marciapiede. E così Elvira Spadaro si era messa a riempire il selciato con la sua saliva marcia e luminosa.

Sulla spiaggia due giovani scioglievano braccia e canne alla ricerca di trofei, già sicuri che tornati a casa, con i sacchetti pieni di pesci rachitici, le loro madri li avrebbero chiamati eroi indefessi della quotidiana battaglia contro la noia.

E a Elvira pareva che allungare la bava fino a terra e raggomitolarla da capo fosse un po’ come pescare. Lanciare la rete e tirarla indietro. Gustare la possibilità di una raccolta conquistata con la violenza.

«Chi mali fannu
sti pila?»

Quando all’istituto tecnico quattro ragazze l’avevano rinchiusa dentro il gabbiotto per toccarle la barba sul viso e accorciarla con la pinzetta, «Chi mali fannu sti pila?», «Elvira, laria sei e fai schifo», e continuare a infilare le mani in mezzo alle cosce, «Finitila, che male mi faciti!», «Elvira, e sennò che ci fai?», e onorarla infine, come una santa, dell’inserimento di una zucchina modificata geneticamente (che non era stagione, che la stagione delle zucchine l’estate è), e «Ahi, chi mali ho fatto io?», «Elvira, cu stu cannuni ora sì che qualcosa rappresenti», Elvira Spadaro aveva pensato ai cannoni del lungomare di Pace. Quelli che avevano difeso, secondo alcuni, il regno dall’invasione e, secondo altri, spinto quel regno ad arrendersi.

A qualcosa erano serviti, aveva pensato Elvira Spadaro: un cannone era un cannone, qualsiasi fosse la ragione della sua esistenza. Anche a lei non era importato che per tutta la vita l’avessero chiamata “bidella”, quando invece il suo lavoro era “insegnante di chimica”. Sempre di esistere, si trattava. Nel mondo, soprattutto, esistere.

Poi, al suono della prima serranda che si apriva al giorno, i pescatori si erano girati e l’avevano vista. «Elvira c’è», «Quella co cannuni nmenzu i cosci». Ed Elvira aveva iniziato a sorridere, che la nuova forza riconosciuta se la meritava, che le altre femmine non ce l’avevano. Ma poi uno di loro: «I fimmini che manco fimmini sono, cu tutta da barba ’nta faccia, ne stu munnu non ci potrebbero stare», e a Elvira sulla testa di quello le era venuta voglia di sputare, e di potere o non potere non se ne parlava più.

Alla fine si racconta che pure la spiaggia era sparita in mezzo all’acqua del mare e alla saliva di Elvira; e, nella miscela, anche i due pescatori. Sul fondo, si dice, dove i pesci rachitici dormono, spezzettati e disciolti dentro la culatta impolverata dei cannoni.

prizzitano bio

Maria Giulia Mancuso Prizzitano (1992) è nata a Palermo, cresciuta a Enna e maturata a Roma, dove si è laureata in cinematografia. A diciassette anni, per due racconti, è stata premiata dal presidente Napolitano e da Umberto Eco. Codirige documentari e, dopo aver conseguito un master in editoria, ha fondato con altre quattro ragazze Momo servizi editoriali.