Pastrengo Agenzia Letteraria

vincenzo montesano racconto

la scatola

Un racconto di Vincenzo Montisano
Numero di battute: 2357

Sono nato costretto in una stanza due per tre. Vuota, come un luogo comune. Senza porte né finestre. L’aria è tanfata di nicotina, sebbene io non fumi. Al centro, un tavolo di legno sberciato su cui poggia una scatola di metallo, chiusa, dai bordi taglienti. Non c’è modo d’aprirla, e d’altronde non ho mai tentato.

Ogni cinque anni, il giorno del mio compleanno, un biglietto d’auguri esce dalla scatola. Prima si innesca un frullio, come d’ali d’insetti allarmati dalla possibilità imminente d’essere uccisi, poi, senza particolari entusiasmi, nella noia mortale che al passare del tempo ferisce ogni curiosità, il biglietto sbuca da sotto la scatola. Tua madre ti vuole bene, diceva il primo. Il messaggio era vergato – e io ero un bambino – con una calligrafia dalle m tondeggianti e dalle o morbide.

Nel rammarico di non aver allattato al seno, pensai all’inconveniente che dev’essere stato per l’ignota genitrice la mia nascita, e allora capii, perdonai, trovai in me le ragioni di un abbandono. Ne ho collezionati undici in tutto, di questi biglietti.

«Il terzo diceva:
la guerra è finita».

Il terzo diceva: la guerra è finita e quel giorno, scoprendomi la pancia, non mi meravigliai di non possedere l’ombelico. L’ottavo diceva: tuo padre non ti ha mai toccato tra le gambe e allora posai il polso sul bordo tagliente della scatola, segai fino all’osso, poi gettai via la mano, per paura di compiere atti indegni.

Il nono biglietto non lo lessi per intero, l’interesse è sempre stato per me prossimo allo zero: cosa scorre di così galvanico, mi chiedevo, tra la scatola e la stanza, tra la stanza e il mondo esterno, perché tutti siano così elettrizzati dalla vita? Utopico è appassionarsi a ciò di cui non si hanno evidenze; a una realtà la cui giustizia è sempre indizio e mai prova di colpevolezza. Ma oggi, oggi è un giorno ben strano, mi dico. Le mie logiche si pervertono, oggi. Il mio corpo muore, oggi.

Con la mano che mi resta, scaravento a terra la scatola, vorrei sapere, le urlo prendendola a calci, sputandoci, pisciandoci sopra, vorrei sapere, sapere perché! Poi rifiato, torno in me, al mio schema. L’ira decanta nella stanza vuota. Il frullio, questa volta, è meno energico del solito. Gli insetti staranno crepando, penso. Il dodicesimo biglietto sguscia dalla scatola accanto alla mano mozza già putrefatta. Il biglietto dice: la chiave per aprirmi è dentro la scatola.

bio Vincenzo Montisano

Vincenzo Montisano (1988) è stato finalista alla VI edizione del Premio Neri Pozza con il romanzo Inaugura stanotte il secolo del bene, in pubblicazione nel 2025 per Wojtek. Ha pubblicato la novella Logica degli incendi (Industria&Letteratura 2024). Nel 2023, un suo racconto è stato selezionato nella longlist di The Florence Review. Dal 2019 codirige la collana di poesia I Masnadieri per Tra Le Righe Libri. Collabora dal 2009 con i collettivi Nucleo Kubla Khan e La Masnada. Ha pubblicato su Atomi-Oblique, Narrandom, Quaerere, Micorrize, Palin Magazine.