Pastrengo Agenzia Letteraria

Sarah Cipullo racconto

la torre di babele

Un racconto di Sarah Cipullo
Numero di battute: 2303

Cody vuole gettare il CEO giù dalla torre dopo avergli piantato due chiodi negli occhi. Vuole spingerlo dalla cima della fabbrica di Babele, la chiamano così, la nostra azienda. È una fabbrica verticale, la nostra, che cresce ogni ora. E il CEO è sempre lì, al piano più alto.

Anche noi siamo sempre qui. Io e Cody, per esempio, stiamo insieme al duecentoventinovesimo. Di notte ci dormiamo, qui dentro, e di giorno ci lavoriamo insieme agli altri, in fretta e senza sentimento. Sono tutti così organizzati qui, i colleghi parlano tutti la stessa lingua rotta, lo stesso inglese rattrappito. Anche se il suo è bello, quello di Cody, dico, perché Cody è madrelingua e quindi parla come un nobile.

«Di notte ci dormiamo,
qui dentro,
e di giorno
ci lavoriamo.»

Negli ultimi mesi però Cody dopo lavoro ha iniziato ad accasciarsi per terra. Ha sempre le spalle curve, la faccia stanca, con le mani si tiene le ginocchia. Non dorme più la notte, Cody, non ci riesce. Se ne sta nel buio con gli occhi spalancati e dice che i manager sono tutti un’accozzaglia di zombie, dice che il CEO è un re rozzo che vomita bestemmie al centro dell’universo. Poi certe mattine si sveglia e mi dice: «Michele, questo lavoro è la mia vita in pausa».

Sempre si lamenta, che la nostra fabbrica gli sembra una città senza desiderio, così dice, che è stata congelata dalla noia prima del raffreddamento del pianeta. Dice, Cody, che se il CEO fosse stato un animale, avremmo avuto una vita migliore. Che gli animali hanno una voglia incrollabile di vivere, capiscono che la vita è un dono prezioso e la custodiscono gelosamente.

«Se al tempo che mi rimane tolgo gli anni in fabbrica, quanto mi resta da vivere?» mi chiede certe mattine. E pure se lo capisco, non gli rispondo mai niente. I nostri colleghi sono infaticabili e quindi cosa gli devi dire a uno così, quando tutti quelli che gli stanno attorno gli piantano ogni giorno un chiodo nella bara? Però Cody ci vede lungo. «Nel futuro posso solo morire» ha detto ieri mentre si metteva a letto.

Così quando il capo reparto stamattina è venuto a chiedermi se sapevo perché il corpo di Cody è disarticolato sul cemento del marciapiede, gli ho detto che secondo me si è alzato presto, mentre ancora io dormivo. E che, nell’impossibilità di ammazzarci tutti, deve aver pensato che non gli restava altro da fare che gettarsi giù dalla torre.

Sarah Cipullo racconto

Sarah Cipullo vive a Torino. Le ultime tre riviste che hanno pubblicato le sue storie sono: Hook Magazine, The New York Times e Sky Island Journal. Non è bilingue.