Pastrengo Agenzia Letteraria

marchiori alessia racconto

taci, olga

Un racconto di Alessia Marchiori
Numero di battute: 2384

Tic toc, tic toc, tic toc.

«Mario, ancora alla finestra? È l’una, zè ora de dormire, vien qua.»
«Tasi vecia. Son qua che li guardo, ’sto branco de simmie, guarda ciò, che vergognosi.»

Tic toc, tic toc.

«Mario, lascia che facciano festa anche loro. Sarà una qualche tradizione del loro paese, poreti, anche loro hanno diritto.»
«Tasi, Olga. Indiani vien dalla scimmia: non te vedi che sopracciglia? Che barbe ludre? Che turbanti de strasse? Indiani vien dalla simmia. Mi vegno dall’orso.»

Tic toc, tic toc.

«Ah che ti vedono, ’tento.»
«Chiudi quella boccaccia, oca marina, pora insulsa.»

Grattandosi la pancia, Mario si slabbrò ancora di più la canottiera ascellare macchiata di sugo e intrisa di umori ormai rinsecchiti. Una volta in cucina, si versò un bicchiere del rosso. Del “suo” rosso. Orgoglio veneto. Fatica dei campi, sveglie all’alba, polenta e soppressa in saccoccia.

«Ah che ti vedono, ’tento.»

Tic toc, tic toc.

«Ancora lì, mai stufi. Ancora festa. Laorare mai.»
«Mario, ’sta quieto. ’Tento che ti vedono.»
«Cosa me ne frega? Ancora! Cosa me ne frega? Dormi, comare!»
«Prima o dopo te la paghi, ’tento.»

Tic toc, tic toc.
Tic toc, tic toc.

Mario si tolse la dentiera con un rapido movimento e la buttò nel bicchiere. Immersa nel liquido, rifletteva sulle gengive il chiaro di luna. Una scoreggia a tradimento, di quelle che vibrano come trombe tra le chiappe e sfuggono che è un piacere, svegliò la Olga.

«Mario, ancora in piedi? Ma allora?»
«Sssssssssh, dormi e tasi! Tormento!»
E tirò su ancora la tapparella del bagno, perché voleva vedere bene.
«Senti che odori, odori da bestie. Ma cosa è che mangiano? Polastri? Ovi? Riso stracotto? Neanche mangiare, neanche quello, boni zero. Paiassi.»

Tic toc.
Tic toc, tic toc.

«Olga, Olgaaaaaa, ssssssh, sveia!»
«Ah, eh, mmmmh, cossa? Cossa succede?»
«Olga, tuti mati, tuti mati.»
«Ma chi Mario? ’Ndiani?»
«Olga, arriva un indiano qua, eccolo, sta rivando.»
«E come mai, Maria Vergine, cossa combini? Hai sparlacciato, come al tuo solito?»
«Olga, no, no, ma che sparlacciato. Ma, ma, l’indian vien col baston! Olga, un baston belo largo. Signor de Dio.»
«Un baston? Ma sei matto? Come un baston?»
«Ecolo, mah, non so, el ride, col baston, belo largo, un baston col manico.»

Il giovane Arman si fermò sotto la finestra di Mario. I denti bianchissimi che scintillavano nell’oscurità. Alzò rapido il braccio con cui teneva saldo il bastone largo ed esclamò a gran voce nella notte:
«Cricket?».

mde

Alessia Marchiori nasce e vive a Verona, dove lavora. Dopo qualche anno passato su carte e manoscritti, di cui conserva l'antica passione, si dedica ora all'immersione nelle storie: impara dagli adolescenti, cammina in montagna, cucina etnico, legge, legge e legge, e scrive. Alcuni suoi racconti sono stati pubblicati in alcune antologie.