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Un racconto di Piergianni Curti
Numero di battute: 2468

Corinna e Rodolfo sono sorella e fratello. Due grandi fisici. Si sono sempre amati, di nascosto. Hanno vinto il Nobel per essere riusciti a risolvere l’annoso problema della contraddizione tra la relatività generale e la meccanica quantistica. Hanno un figlio, Orione, nato quando erano ancora geniali studenti di fisica. Avevano poi tentato di vivere secondo le convenzioni sociali. Lei aveva sposato Mario, lui non si era sposato. Quando Orione era nato, lo avevano registrato come figlio di Rodolfo e Lena, una prostituta messicana che era stata pagata profumatamente. Lena, la cui identità era falsa, era poi sparita. Orione era stato allevato dal padre. In seguito Corinna aveva avuto Clara, ufficialmente figlia di Mario, in realtà anch’essa figlia di Rodolfo. 

Ora, a cinquant’anni, Corinna e Rodolfo si ritrovano nella casa d’infanzia per i funerali del padre. Con loro Orione e Clara, Mario e Delia, nuova compagna di Rodolfo. Aria pesante. Gli unici felici sono Orione e Clara che hanno annunciato quella sera di aspettare un figlio. Si sposeranno al più presto. 

Corinna e Rodolfo comunicano anch’essi qualcosa di importante: che si amano, da sempre, che hanno capito di non potere più vivere l’una senza l’altro, e che andranno a vivere insieme, in Svizzera, dove le leggi lo consentono. Lacrime, rabbia, esecrazione.

«Lacrime, rabbia, esecrazione.»

L’unica cosa che non svelano è che Clara e Orione sono fratelli. Però questi lo hanno già scoperto da un bel pezzo dalle analisi di routine eseguite in vista del parto. Fanno finta di non saperlo. Nasce il loro figlio, il nuovo genio che sconvolgerà la fisica e insieme la morale e la vita degli uomini. Appena nato non piange, anzi, ride. In pochi giorni ripete le parole che sente. Dopo un mese conta. I nonni per primi se ne accorgono e scherzosamente lo chiamano Zarathustra. A cinque anni Zarathustra Altoviti ha un QI di 350. Impara una lingua in dieci giorni e per ora batte qualunque algoritmo a Go.

È sempre innamorato, è per l’amore libero, ama il prossimo suo, non crede in nessun dio, non vuole vivere troppo a lungo. Tutta la matematica che ha prodotto impegnerà per secoli gli studiosi. Ha una sorella bella e intelligente quanto lui. Sono legatissimi. Vuole dei figli. Scherza: la loro intelligenza andrà in progressione geometrica. Ha un mucchio di tempo, perché in un’ora produce quello che gli altri producono in un anno. Adesso si diverte a scrivere romanzi. Nessuno li capisce. Almeno per ora.

Fra trecento anni, forse.

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Piergianni Curti ha insegnato matematica al liceo e alla facoltà di Economia dell’Università di Torino, ha scritto per il teatro, ha diretto compagnie drammaturgiche, teatri e festival. Ha pubblicato la raccolta poetica Qzearas (Edizioni Pitecantropus), oltre ad alcuni racconti su Granta, Atti Impuri e Literaturnaja gazeta. Nel 2013 ha vinto il Premio Gran Giallo di Cattolica con il racconto Pink Moon.