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Un racconto di Claudia Oldani
Numero di battute: 2478

«Ti dico che m’ha tirato per la manica» insisteva mia madre. «Qui, l’ho sentito mentre passavamo qui» diceva, indicando la porta della vicina, la Piera, che aveva fatto dello strattone alla manica il suo marchio di fabbrica – di solito per avanzare richieste al malcapitato di turno. Peccato che fosse morta il giorno prima.

Alta, dalla figura torva, la Piera era un’istituzione nel palazzo. In quel bilocale posto proprio vicino ai bagni comuni era arrivata nel ’60; e da lì non si era più spostata, nonostante si lamentasse in continuazione del tran tran sul suo ballatoio e del baccano in cortile.
Il suo “vi buco il pallone” aveva terrorizzato generazioni. Nemmeno io mancavo all’appello: non appena facevo rimbalzare la palla sul cemento, lei si precipitava fuori a lamentarsi. Pareva le impedissi di vedere la televisione; eppure era più il tempo che passava affacciata alla ringhiera, che quello in salotto. Insomma, a me quella vecchia faceva paura, e ora mia madre mi stava informando che il suo fantasma le aveva strattonato la manica. La cosa non mi piaceva.

«Ma va’» le dicevo io, «com’è possibile, ché la Piera è morta ieri?»
«La signora Piera» mi correggeva. «E se ti dico che l’ho sentito, è così»  si impuntava.

«la minga voruu
el lutto sul porton.»

Non c’era stato verso di farle cambiare idea: aveva marciato fino in portineria per chiedere quando si sarebbe tenuto il funerale.
«Eh, ha saputo?» aveva chiesto la portinaia, indaffarata a comporre un numero di telefono, «guardi, meglio, così ne ho una in meno da informare.»
Mia madre non capiva: «Scusi, in che senso?».
«Eh» le rispondeva la portinaia, «la minga voruu el lutto sul porton.»
«Ma la Piera?» chiedeva mia madre, mentre bloccava sul nascere il mio “signora Piera” di correzione con un’occhiataccia.
«Eh, e chi altri? Lee, propri lee! Da anni che dice che quand l’è il sò moment non vuole il lutto sul portone, e adès è tutta la mattina che mi tira scema.»
«Non la seguo» continuava mia madre.
«Mi tira la manica, mi tira!» perdeva la pazienza la portinaia, strattonandosi una manica da sola, mentre con la spalla si teneva la cornetta attaccata all’orecchio. «E adès devo chiamare tutti gli inquilini, vun per vun, a dare la notizia, o quella mica mi lascia in pace.»
Mia madre e io ci guardavamo allibite.
«La me scusa» concludeva la portinaia, chiudendo il vetro della guardiola, «finisco le telefonate.»

Mentre ci allontanavamo dall’androne, senza il coraggio di parlare, la sentivamo che urlava, da sola: «Piera, ma va’ a ciapa’ i ratt!».

racconto oldani claudia

Claudia Oldani (1987) è nata a Milano in una casa di ringhiera, ma vive a Londra in un Victorian Terraced. Ha scritto e scrive per svariate pubblicazioni online, tra cui STREAM! magazine, e segue tutti i progetti editoriali di Foro Studio. Altri suoi racconti sono usciti su Lahar, Squadernauti, inutile, Verde e Abbiamo le Prove.