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Marco Magnone - La casa del terzo occhio

la casa del terzo occhio

Un racconto di Marco Magnone
Numero di battute: 2500

Vieni?

Mi aveva chiesto l’ultima mattina della mia vita di prima. Era la ragazza più bella di quelle estati in montagna coi miei. Di qualche anno più grande di noi – di me e dei suoi due fratelli – arrivava dall’altra parte del paese, che per me al tempo significava l’altra parte della terra.

Dove?

Alla casa del terzo occhio.

Era una vecchia baita più in alto, affacciata su un laghetto nel bosco. Un incendio o forse un fulmine l’aveva mezza bruciata una notte quando ancora non eravamo nati. Il mattino dopo un uomo era stato trovato morto, nel teschio proprio sopra gli occhi un foro perfettamente rotondo. Così erano cominciate a girare voci di misteriosi culti. Sacrifici. Iniziazioni. Non ne sapevamo molto, ma tanto bastava ad attirarci e allo stesso tempo tenerci lontano.

Perché?

Mica hai paura?

Certo che avevo paura, ma mai come quell’estate il mondo mi era sembrato tanto innocente e pieno di segreti, che io non potevo più rinunciare alla mia parte di risposte.

Mica
hai
paura?

Con una piccola bugia ai nostri genitori salivamo tutti e quattro di buona lena, ridendo sotto il sole del primo pomeriggio che scappava dai prati. La casa del terzo occhio ci accolse avvolta nella sera come fossimo atterrati sulla faccia livida di un pianeta senza sole. Anche se la parete davanti era crollata, per qualche ragione nessuno diede un’occhiata dentro. Facemmo un fuoco, dove io misi a cuocere le salsicce mentre i miei occhi rincorrevano i suoi tra le fiamme. Dopo cena continuammo a bere e raccontarci storie di paura, in attesa di qualcosa che non arrivò. Allora il fratello di mezzo temendo che tutto finisse troppo presto accese una radiolina. La musica ci trascinò in piedi a saltare e urlare e ballare come selvaggi, finché il più piccolo iniziò a spogliarsi, lo stesso l’altro, e presero per il lago.

Perché non resti?

Mi chiese mentre stavo per seguirli anch’io. Senza maglietta, le dita che armeggiavano il reggiseno dietro la schiena. Solo per me. Aprii la bocca, i segreti del mondo stavano per prendere il sopravvento sull’innocenza.

Mica hai paura?

Sì che ce l’avevo. Avevo paura per il mio petto senza peli, le braccia bianche, la pancia che sbordava dalla cintura, avevo paura perché io non ero nient’altro, e corsi dai suoi fratelli senza una parola.

La mattina, del mistero della casa del terzo occhio, non rimaneva traccia. Il sole illuminava un rudere vuoto, le cartacce per terra e le pareti annerite. Tornai a casa con un passo che non mi conoscevo, pesante e pieno di vergogna come quello dei grandi.

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Marco Magnone (1981) è nato ad Asti. Dopo aver vissuto a Berlino, è tornato in Italia dove ha iniziato a lavorare nell'editoria (Pangramma, IED) e a pubblicare reportage e diari di viaggio (Espress Edizioni, Zandegù). Insieme a Fabio Geda è autore della serie di libri per ragazzi Berlin (Mondadori), di cui sono usciti i primi tre volumi: I fuochi di Tegel, L'alba di Alexanderplatz e La Battaglia di Gropius.