Pastrengo Agenzia Letteraria

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battito d’ali

Un racconto di Costanza Ghezzi
Numero di battute: 2120

Mio fratello aveva otto anni quando decise che sarebbe diventato un cacciatore di lucciole. I campi che si stendevano intorno alla casa, nelle sere di giugno, riempivano l’aria dell’odore aspro e pungente del grano umido e accoglievano frotte di lucciole, luci intermittenti nascoste a stento da un battito di ali. I campi diventavano cieli stellati. Imprigionate la notte sotto il bicchiere capovolto della Nutella, si dileguavano al mattino, lasciando monete luccicanti.

Renzo ci era andato in fissa.
«Stanotte ne catturo almeno mille» mi disse col fiato caldo da sotto il lenzuolo.
«Sì vabbè» smusai girandomi contro il muro.
La mattina il letto era vuoto.
Mia madre era troppo occupata con le galline che razzolavano nervose nel cortile polveroso e sudicio. Non ci fece caso e neanche io ci pensai più di un istante.

«Stanotte
ne catturo
almeno mille.»

Il sole in campagna d’estate è impietoso. Si esce solo se si deve, io preferivo l’ombra umida e pietrificata delle stanze. Dalla finestra potevo vedere le nuvole di polvere che i trattori facevano alzare e abbassare, in lontananza.

All’ora di pranzo fu dato l’allarme. Il babbo e i braccianti non fecero in tempo a togliere gli scarponi che furono gettati di nuovo fuori dalle grida di mia madre. La minestra lasciata a fumare nelle scodelle sbeccate.
«Renzo, dov’è Renzo? Maria l’hai visto? Guglielmo tu l’hai visto?» e così in un appello senza fine, senza conclusione.

Uno sciame di cappelli e maglie slabbrate buttato di rincorsa giù per i campi, questo vedevo dalla finestra. Un sollevarsi di polvere che confondeva l’orizzonte con le colline.
Odio la campagna, pensai in un rigurgito di pentimento profondo. Renzo forse aveva catturato centinaia di lucciole, e adesso era ricco in qualche città lontana. Avevo sonno, mi addormentai.

Al risveglio tutto era in penombra, gli uomini fuori in cerchio, attorno al corpicino di mio fratello, che non aveva lucciole con sé, solo un graffito rosso, un disegno perfetto che dalla bocca arrivava allo stomaco, lungo la casacca celeste del pigiama. Mia madre in ginocchio, muta.
Rimasi a fissare i campi dalla finestra, le lucciole iniziavano di nuovo a danzare.

ghezzi costanza bio

Costanza Ghezzi vive nel Sud della Maremma toscana. Lavora come editor e correttrice di bozze. Ha pubblicato racconti su riviste letterarie, ha scritto per la raccolta Misteri di Maremma (Effigi 2021) e il romanzo breve Il segno di Nora (Bibibook 2021). Ha curato per Thàlia Servizi Editoriali la raccolta Dipendenze, 18 storie ordinarie e stupefacenti (Bibibook 2022).