Pastrengo Agenzia Letteraria

racconto Michael Furey

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Un racconto di Michael Furey
Numero di battute: 2487

Noncurante del freddo, aspetto alla fermata deserta dell’autobus. Ho riposto il rullante e i piatti della batteria sul muretto in pietra che divide la strada dalle colline circostanti, mi stringo nel cappotto ed emetto in silenzio nuvole vuote di vapore. Il mio sguardo riposa sugli ulivi torti più avanti, che appena trapiantati stanno ancora attecchendo. Essere in ritardo è il suo modo per costringere le persone cui tiene a rimuginare durante l’incertezza dell’attesa.

«Non ci sono questi ulivi a Roma, ahn?»

In una cerata blu troppo grande per lei, Lindsay balza giù dal 7, fondendosi con la sera. Il suo viso esibisce con sincerità quattordici ore di volo, racchiuse negli occhi limpidi orlati di rosso. Sovrastata dalla custodia della sua chitarra baritona, non ha nessun motivo per essere così bella.

«Non ci sono questi ulivi a Roma, ahn?»

«Sei in ritardo, anzi, siamo in ritardo. Dobbiamo sbrigarci, ci stanno aspettando.»
«Alright», mentre gira una sigaretta. «Possiamo fare un line check
«Sì, forse, quanto tempo ti serve?»
«Il tempo che abbiamo, Giovanni. Jesus…»

Il ghigno biondo e affettuoso mi fulmina, le rubo del tabacco e mi siedo sul muretto accanto a lei. «Ti trovo bene. Come stanno Draco e Natalie?»

«They’re doing amazing, hanno aperto un locale a Cloverdale. Devi tornare qualche volta, mi chiedono di te.» Tira fuori un biglietto da visita con una risata. «Io sono una businesswoman adesso!» Materiali edili ecosostenibili, Windsor, CA. «E tu come stai a Firenze? Non sembravi allegro al telefono.» Mi fissa.

«Sto cercando di diventare una persona seria», senza guardarla.
«Un accademico noioso, ahn?» Un tiro di sigaretta scopre il tatuaggio sul polso. «Hai portato le piante dall’appartamento? Ricordati che Camilla è mia, she’s my little baby
«Dobbiamo davvero muoverci adesso» faccio alzandomi.
«Ok, dove andiamo?»

La strada sterrata scollina in discesa, ingoiata nel buio delle poche case spente ai suoi lati. Solo i bassi di una playlist ci guidano verso il seminterrato della Badia Fiesolana. Avventori abituali e fannulloni sorseggiano birre vantando conoscenze ancora incerte. Maarten ci viene incontro fendendo la calca, e mi grida all’orecchio che il palco è lì. Montiamo senza fretta, mi siedo tra aste e cavi, sfrego il legno delle bacchette tra le dita. La guardo, sul suo sgabello, collegata all’amplificatore. Attendo di nuovo. Sempre. E dalle sue viscere si leva una cantilena scura e primordiale, che ultraterrena custodisce tutto ciò che è sempre stato.

«Hey, ti ricordi ancora come si fa?»

bio Michael Furey

Michael Furey è uno pseudonimo che nasce a Roma nel 2008. Da allora legge, scrive, ma per lo più attende.