Pastrengo Agenzia Letteraria

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country music, old time

Un racconto di Elisa Carini
Numero di battute: 2486

Pietro alza lo sguardo dal vinile che tiene fra le mani. «Mr. Bojangles» dice, poi mi sorride.

Country music, old time. L’abbiamo pagato due euro al mercato che fanno la domenica mattina vicino alla stazione. Pietro l’ha pescato dalla scatola di cartone abbandonata sul marciapiede prima che il proprietario smontasse il banco perché cominciava a piovere.

Pietro si annusa le dita e la ruga che ha tra le sopracciglia si fa più marcata. Sulla copertina del vinile c’è della muffa, e un vecchio che suona il violino. Bevo un sorso di vino. Abbiamo pagato due euro pure questo. Sa di aceto, ma almeno non si è brindato con l’acqua del lavandino. Pietro arrotola sui gomiti le maniche della camicia e si scosta dalla fronte una ciocca di capelli scuri.

«Scopi proprio bene» dico, e lui torna con lo sguardo nel vinile, si gratta il collo. Gli chiedo scusa, non so perché l’ho detto. 
Pietro fa: «Ma di che», e io scrollo le spalle. Quando alzo lo sguardo, Pietro mi sta fissando. Mi lancia il tappo del vino pagato due euro e che sa di aceto. La cicatrice che ha sul labbro gli deforma appena un sorriso triste.

«Scopi
proprio bene.»

Ci guardiamo senza parlare, poi Pietro fa: «Attenta», e mi allontana dal gomito la candela accesa. «A momenti finivamo arrosto» dice, e a me viene da ridere perché a volte Pietro parla proprio come un vecchio.

Quando glielo dico mi morde la guancia. Forzo una risata e allungo il piede nudo fino a sfiorargli il ginocchio. Pietro appoggia la mano sulla mia caviglia, gira la copertina floscia e ammuffita del vinile e legge il titolo di un’altra canzone.
«Questa mi sa che la conosco» mento.

Pietro si mordicchia piano l’unghia del pollice e dice che non mi crede. Quando si accorge che lo sto fissando inclina la testa.
«Be’, l’ascoltiamo o no?» Il mio tono mi ricorda quello che avevo da bambina quando mio fratello mi rubava i giochi e io gli dicevo cose come “sei una merda” o “spero che muori”.
Lui abbassa lo sguardo, poi canticchia le prime strofe della canzone e le sbaglia tutte. «Tutto okay?» mi chiede.

Io gli rispondo di sì, che va tutto bene, poi Pietro dice che ha voglia di ballare così ci mettiamo a ballare. Con il piede calpesto il tappo di sughero e Pietro mi tiene stretta, ride. Mi chiede quand’è che torna lui e io capisco che è finita davvero perché per la prima volta ha fatto il suo nome.

«Dopodomani» rispondo, e Pietro sospira.
«Abbiamo ancora un po’ di tempo» dice. Appoggio la guancia alla sua spalla e chiudo gli occhi. «Abbiamo ancora un po’ di tempo.»

Carini Elisa bio

Elisa Carini (1995) vive tra Milano e Firenze. Lavora come lettrice e traduttrice editoriale e scrive.