Michele Cocchi (1979) è nato a Pistoia, dove vive e lavora come psicoterapeuta dell’infanzia e dell’adolescenza.
I suoi racconti sono apparsi su numerose riviste («Graphie»,
«Il primo amore», «Nazione Indiana), e su antologie (Padre, Elliot 2009). Con uno di questi ha vinto il premio della giuria all’edizione 2010 del festival letterario Esor-dire.
Nel 2010 pubblica la raccolta Tutto sarebbe tornato a posto (Elliot), finalista del libro dell’anno di Fahrenheit. Il suo primo romanzo è La cosa giusta (Effigi 2016). L’anno successivo esce La casa dei bambini (Fandango 2017), con cui vince il Premio Comisso 2018. Il suo ultimo romanzo è Us (Fandango 2020).
Giuseppe Imbrogno (1976) è nato e vive a Milano. Dopo una laurea in filosofia, oggi si divide tra la passione per la scrittura e il lavoro di progettista sociale, il tennis giocato e guardato, i classici russi, Carrère, Stephen King e le serie TV di David Simon.
Il suo romanzo Il perturbante (Autori Riuniti 2017) è stato finalista dell'edizione 2016 del Premio Italo Calvino, dove ha ottenuto la menzione speciale della giuria. Ha pubblicato racconti su «Cadillac» e «Nuova Prosa».
Nicola H. Cosentino (1991) ha esordito nel 2016 con Cristina d’ingiusta bellezza (Rubbettino 2016). Il suo secondo romanzo è Vita e morte delle aragoste (Voland 2017), vincitore del premio Brancati Giovani 2018 e tradotto in Germania e in Francia.
Scrive di libri per «la Lettura», «minima&moralia» ed «Esquire Italia». Cura per l'Università della Calabria un progetto di ricerca sulle narrazioni distopiche nella letteratura italiana contemporanea.
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